Non ci resta che piangere. Quando la comicità diventa arte

Regia: Roberto Benigni, Massimo Troisi
Attori Principali: Roberto Benigni, Massimo Troisi, Amanda Sandrelli, Livia Venturini, Loris Bazzocchi
Genere: Comico
Nazionalità: Italia
Anno: 1984

“Ricordati che devi morire!
Come?
Ricordati che devi morire!
Vabbene.
Ricordai che devi morire!!
Sì, sì, no, mo’ me lo segno proprio…”

Siamo nel 1984 quando, Saverio (Roberto Benigni), un maestro elementare, e Mario (Massimo Troisi), un bidello, per evitare l’attesa di un passaggio a livello decido di imboccare una strada di campagna toscana. Dopo essersi persi e colti da un temporale decidono di rifugiarsi in una locanda e ripartire l’indomani. Qui accade l’impensabile: i due amici si ritrovano catapultati nel 1492. Dopo lo sgomento iniziale e gli inutili tentativi di fare ritorno nel 1984, i due amici si adeguano a quella nuova vita, assumendo costumi, linguaggi ed usanze del paese. Dopo poco tempo, Mario durante la celebrazione in chiesa s’invaghisce della dolce Pia (una giovanissima Amanda Sandrelli) e  Saverio ha la brillante idea di  correre a Palos per fermare Cristoforo Colombo  ed impedirgli di scoprire l’America.

Una pellicola impressa nella mente degli spettatori grazie all’accoppiata vincente Troisi – Benigni

Massimo Troisi, Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

 

Due attori giovanissimi, dalla grande personalità e presenza scenica. Geniali e poliedrici, parliamo di artisti che hanno fatto la storia della comicità  italiana mettendo su pellicola una commedia dai toni fiabeschi. Un genere ibrido, senza testa né coda, come definito a suo tempo dallo stesso Troisi.  Un film che a 33 anni dalla sua uscita, sa ancora regalare sorrisi e momenti esilaranti grazie a due maestri dell’improvvisazione e della comicità pura, tra scene cult e battute storiche.

Una pellicola creata per il solo gusto di ridere

“Non ci resta che piangere si presenta comico, ma nel profondo ci sono i tratti malinconici che troviamo, nell’affrontare il tragico quotidiano, nella maggior parte degli altri film di Troisi.” E’ inopinabile che tanto il film nel suo complesso quanto la sceneggiatura presentano lacune e squilibri. Nonostante queste mancanze la pellicola sa regalare agli spettatori l’arte di sorridere e divertirsi senza pretese. Un film vocato all’improvvisazione vera e propria, dove alla solita storia d’amore è stata preferita una narratività leggera e fluida in cui la normalità si confonde e si treccia con l’anormalità e l’incredibile.

Un prodotto filmico commerciale che nasce da un’alchimia senza tempo tra Troisi e Benigni. Una sorta di attrazione, artisticamente parlando, grazie alla quale sanno governare e dirigere, in completa autonomia, la scena regalandole una spiccata verve.

Con due artisti con un forte estro, il risultato non può che essere positivo oltre che sublime, almeno a mio avviso.  Diciamoci la verità, la pellicola in se potrebbe far storcere il naso a molti,  tecnicamente parlando,  ma con un Troisi esilarante oltre che brillante e straordinario e un Benigni esplosivo,  il film, a distanza di anni, sa ancora regalare le stesse emozioni e risate. E poi la comicità e la presenza scenica di  Troisi è qualcosa che manca e nessuno mai potrà eguagliarla.

Le scene cult che ancora oggi accompagnano l’immaginario collettivo

Massimo Troisi – Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

 

-Alt! chi siete?
-Siamo due che…
-Cosa fate? Cosa portate?
-Niente, roba…
-Sì ma quanti siete?
-Due, siamo io e lui…
-Un fiorino!!
-Si paga?
-Un fiorino!!

Numerose sono le scene cult, come la dogana il cui passaggio costa un fiorino; la scena del “ricordati che devi morire” frase che il predicatore ripete a Mario; la lettera scritta a Savonarola, un chiaro omaggio a “Totò e Peppino e la malafemmina”; l’incontro con un Leonardo Da Vinci  spaesato dall’incontro di questi due giovani ragazzi che si spacciano per inventori, ingegneri, titolari di brevetti e gli insegnano a giocare a scopa.

Mario: Oh ma manco ‘a scopa capisce…

In conclusione, Non ci resta che piangere…

Massimo Troisi – Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

 

È  un film che sa regalare emozioni, a prescindere dall’epoca in cui lo si guarda. La comicità di Troisi è naif, pura, è soprattutto napoletana e spontanea. Una pellicola che nella sua semplicità non ha alcuna forma di pretesa nel classificarsi in questo o quel genere. Potremmo definirlo un prodotto sui generis nato dalla mente creativa di due comici italiani che, per il semplice gusto di recitare, hanno trasformato la comicità in arte e l’hanno messa su pellicola. Un film che sa differenziarsi dalle altre grazie al suo stile unico ed irripetibile.

Curiosità

Massimo Troisi, Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

 

  • Alcune scene del film sono state girate all’ospedale di Bracciano, sul colle Spinello a Guidonia Montecelio e a Capranica Scalo;
  • Nel finale, la locomotiva che appare è uno degli ultimi tre esemplari conservati funzionanti delle locomotive del Gruppo 400 delle Ferrovie della Calabria;
  • Troisi e Benigni erano cosi spontanei da mettere su pellicola una comicità a braccetto, per questo motivo  molte scene dovettero essere riviste o ripetute molteplici volte a causa delle risate degli interpreti, per questa ragione del film esistono due montaggi differenti.

Perché guardarlo?

Massimo Troisi – Roberto Benigni – Amanda Sandrelli in Non ci resta che piangere

 

  • La comicità napoletana di Troisi è un tesoro raro che fa bene all’anima e all’umore;
  • E’ un film leggero da guardare in buona compagnia;
  • Potreste imparare a corteggiare come Mario;
  • Perchè…Ricordati che devi morire!

Angela Patalano

 

Angela Patalano
Sulla carta sono laureata in Giurisprudenza ma la mia passione più grande è il Cinema e il mondo dell'entertainment in generale. Essenzialmente curiosa ed empatica. Goffa quasi alla Bridget Jones e tanto Geek.

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